Usual Landscape
da Atlante Italiano 007 – rischio paesaggio
/ Sede: Dryphoto arte contemporanea, via Pugliese 23, Prato
/ Date: 12 dicembre 2009 – 20 febbraio 2010
/ Organizzazione: Dryphoto arte contemporanea
Andrea Abati appartiene alla generazione della fotografia italiana di paesaggio degli anni Settanta. Punto di partenza del suo lavoro sono l’analisi delle trasformazioni del paesaggio architettonico industriale, l’osservazione simbolica della natura antropizzata, l’attenzione all’avvicendarsi delle genti e al mutamento del tessuto sociale della città attraverso un uso della fotografia come strumento di conoscenza e di relazione tra il sé e il mondo.
Usual Landscape, la mostra presentata in Dryphoto arte contemporanea, è una parte del lavoro prodotto per Atlante Italiano 007 – rischio paesaggio, un progetto di committenza sui temi del paesaggio italiano. Paesaggio, architettura e fotografia d’autore sono state chiamate dal MAXXI_museo nazionale delle arti del XXI secolo per accrescere gli strumenti di salvaguardia e tutela del territorio italiano e incrementare il nostro patrimonio culturale. A quindici fotografi è stato affidato il compito di dare forma ad un ‘atlante’ degli elementi più significativi del nostro paesaggio e di ciò che quotidianamente lo trasforma affrontando le criticità emergenti nell’attuale situazione del panorama italiano. Le opere prodotte sono entrate a far parte delle collezioni del MAXXI architettura. Consumo del suolo, alterazioni del tessuto urbano e sociale, disordine edilizio e urbano, degrado, traffico, inquinamento dell’aria, caos acustico e visivo, emergenza rifiuti, minacciano il futuro delle nostre città piccole e grandi. Il paesaggio uno dei pilastri della storia e dell’identità del nostro Paese sta seppellendosi ogni giorno anche in virtù di amministratori pubblici che si lasciano tentare dal consumo indiscriminato del territorio, pur di assicurare introiti adeguati alle loro casse altrimenti vuote. L’intreccio tra rendita immobiliare e speculazione finanziaria, che investe e condiziona anche altri aspetti di questi fenomeni: l’esplodere di nuove forme e spazi di distribuzione commerciale e l’elevatissima crescita di seconde case. Abusi ambientali ormai macroscopici comportano oltre tutto disastri idrogeologici sempre più frequenti e devastanti. Come interagiscono con il paesaggio del centro sud della Toscana la problematica energetica e la sua produzione, lo stato dell’economia, l’arrivo di nuovi cittadini. Questo è l’interrogativo che si è posto Andrea Abati e la consapevolezza che ormai viviamo in un paesaggio compromesso visto solo come bene da consumare lo porta alla conclusione che dobbiamo consapevolmente e volontariamente imboccare un percorso di decrescita dei consumi e delle produzioni di massa delle merci.