Anno del Drago
/ Sede: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, viale della Repubblica 277, Prato
/ Inaugurazione: 30 maggio ore 19:00
/ Date: 31 maggio – 29 luglio 2012
/ Organizzazione: Dryphoto arte contemporanea e Associazione Buddista della Comunità Cinese
/ Artisti: Andrea Abati, Stefano Boccalini, Michelangelo Consani, Leone Contini, Da Wing, Valentina Lapolla, Shou Li, Franco Menicagli, Robert Pettena
Per la ricorrenza del Capodanno secondo il calendario cinese nella Città di Prato Dryphoto arte contemporanea e l’Associazione Buddista della Comunità Cinese in Italia hanno chiamato nove artisti italiani e cinesi a lavorare in città partendo dai festeggiamenti che si sono tenuti nei giorni 4 e 5 febbraio di questo anno. I lavori sono confluiti in una mostra presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Nel 2007 l’amministrazione comunale di Prato non intendeva concedere il permesso per lo svolgimento della tradizionale sfilata Danza del Drago per i festeggiamenti del capodanno secondo il calendario cinese, consigliando ai suoi uffici di non rilasciare l’autorizzazione con la motivazione che “il clima” in città non lo permetteva. Dopo qualche giorno e ulteriori incontri con i rappresentanti delle associazioni della comunità cinese l’amministrazione faceva parziale marcia indietro concedendo lo spazio dell’anfiteatro del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci per lo svolgimento della sfilata della domenica mattina e autorizzando quella pomeridiana nella zona del macrolotto, ma continuando a negare il cuore della manifestazione che nella mattinata avrebbe disegnato il percorso che conduce da via Pistoiese, centro della comunità cinese, a piazza del Comune nel centro storico della città. SenzaDimoraFissa, un laboratorio permanente sul rapporto tra pratiche artistiche e contesto urbano, formatosi fra il 2005 e il 2006 come progetto dell’artista Andrea Abati e dello spazio Dryphoto arte contemporanea, prende spunto da questo fatto e durante il mese dei festeggiamenti organizza uno spazio di discussione capodannocinese@gmail.com e una serie di azioni per far emergere il dissenso di quella parte di società civile che non si riconosceva nella linea adottata dall’amministrazione della città e che invece quotidianamente portava avanti microstorie di interazione tra nuovi e vecchi cittadini, contribuendo all’affermarsi di un nuovo concetto di cittadinanza reale, basato sulla condivisione di uno spazio vissuto.
Nel 2008 l’Associazione Buddista della Comunità Cinese in Italia chiede a Dryphoto di fare da mediazione con l’amministrazione pubblica per lo svolgimento della Danza del Drago durante i festeggiamenti del capodanno. Nasce così la collaborazione per l’organizzazione di tale evento. Da allora ogni anno il Drago mostra la sua irriducibilità, la Danza del Drago diventa spazio di resistenza, simbolo della volontà della comunità cinese di interagire con il territorio che abita.
Il Drago è potente ma non incute timore, quando danza incontra tutti i residenti nella nostra città, e istituisce una narrazione che innesca nuovi processi, conferisce senso e significato componendo nuove coordinate interpretative e prefigurative di azioni e situazioni e su queste basi costruisce nuove forme di conoscenza che orientano il nostro agire.Le opere in mostra sono frutto del lavoro individuale dei singoli artisti ma anche di una serie di confronti collegiali durante i quali ci siamo scambiati informazioni e opinioni. Diversi sguardi, diversi approcci mostrano le differenze fra chi da tempo si occupa di tematiche legate alla comunità cinese ma fondamentalmente l’insieme dei lavori indicano artisti che partono da sé, dal proprio isolamento necessario per creare, e allo stesso tempo sono consapevoli dei mondi che li circondano e interagiscono con loro. Una giuria formata da Marco Bazzini direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, Lorenzo Giusti direttore di EX3 Contemporary Art Project di Firenze, Saretto Cincinelli curatore indipendente, Fabio Gori collezionista, selezionerà il lavoro migliore.
La Prole del Drago è il titolo del fotoromanzo prodotto da Andrea Abati che usa uno strumento narrativo popolare, nato in Italia a metà degli anni Quaranta, per parlare, attraverso la storia d’amore fra una ragazza cinese e un ragazzo italiano, di temi attuali come la crisi economica, l’incertezza del lavoro e del futuro, la paura del razzismo, la diffidenza verso l’altro, con la particolarità di inserire nelle immagini di reportage l’uso della finzione e della messa in scena, girando le scene con i due attori principali in diretta.
Stefano Boccalini presenta un abito di alta moda confezionato con buste contenenti denaro. Fra i cinesi lo scambio di buste rosse è tipico nelle festività per il nuovo anno, le buste contengono sempre e solo denaro, ma Pronto Moda rimanda anche ad una serie di leggi che definiscono le regole del lavoro e al lavoro nero che come ben sappiamo modifica significativamente il mercato.
8 di Michelangelo Consani prende spunto da una tabella situata nel Tempio Buddista a Prato che raccoglie le offerte per il Tempio. Molti degli importi indicati contengono il numero otto considerato dai cinesi un numero fortunato. Il lavoro di Consani si svolge fra il Tempio Buddista e il Museo Pecci metafora anche fra la nostra Europa decadente e la Grande Cina.
Km.0 di Leone Contini una installazione sull’agricoltura di sussistenza cinese nel pratese, oggi tendenzialmente invisibile, ma in grande espansione inoltre altamente significativa perché il fatto di coltivare ortaggi che fanno parte del proprio background tradizionale in una nuova terra, racconta letteralmente un nuovo radicamento.
Da Wing, artista cinese residente a Prato, mette a confronto strumenti e tecniche antiche per parlare di simboli e archetipi della Cina contemporanea. Con Tre angoli trasporta dalla carta alla plastica l’antica tecnica del ritaglio.
Mentre il drago danza, è una serie di fotografie a colori di Valentina Lapolla. Durante la danza del drago e nei luoghi attraversati da questo, succedono tante piccole azioni, Valentina Lapolla ha sommato a tutti questi gesti anche i suoi, cercando di mettersi fianco a fianco, di essere co-presente, condividendo spazio e tempo.
Sta volando – Sta pensando – Sta aspettando sono i titoli delle tre sculture presentate da Shou Li. Un buddista che prega, una rana animale molto caro ai cinesi, una serie di bottiglie contenenti ciascuna una foto di un bambino che abita a Prato, rappresentano per l’artista le sue origini e il futuro che consegna nelle mano dei bambini.
Franco Menicagli rielabora la scrittura, principale strumento di trasmissione dei saperi e della storia, partendo dall’insegna di un negozio cinese, che persa la sua funzione originaria, è stata dimenticata e abbandonata rotta e incopleta. Yo – Yo è una scultura; un geoide, una lanterna, qualcosa di gioioso e scintillante, metafora di nuovi legami e connessioni.
The Dragon and Saint George è invece l’azione che Robert Pettena ha fatto nella città di Prato nei primi giorni di marzo. Un banner con riprodotto un particolare di un’incisione di Joseph Edgar Boehm che rappresenta San Giorgio che uccide il drago è stato esposto in Piazza del Duomo e in Piazza del Comune, luoghi dove il Drago non può danzare per divieto dell’amministrazione comunale.
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