ARNO FIUME. Da “Attraverso i villaggi” a “A come Arno” | 17 marzo 2017
con Paolo Cagnacci, Matteo Cesari, Irene Alison e Andrea Abati
/ data: 17 marzo 2017
/ orario: 21:15
/ sede: Dryphoto arte contemporanea, via delle Segherie 33a, Prato
Il primo appuntamento con le conversazioni di innercode del 2017 è dedicato al fiume Arno e a due progetti che, a distanza di vent’anni, ne hanno raccontato la storia e il territorio.
Attraverso i villaggi (1986) e A come Arno (2016/17) sono due progetti e due libri nei quali, attraverso la fotografia, si cerca un motivo di ripensamento, di riflessione ulteriore sul territorio attraversato dal fiume Arno. Il fiume dunque come luogo fisico, come percorso, paesaggio sociale e culturale, ma anche catalizzatore di vite, esperienze, stratificazioni e contraddizioni.
A come Arno di Paolo Cagnacci e Matteo Cesari, ultimo photobook curato e prodotto da DER*LAB, è un’indagine tra presente e memoria del fiume Arno a 50 anni dalla grande alluvione del 1966. Era il 4 Novembre: dopo 2 giorni di intensa pioggia il fiume Arno rompeva gli argini e inondava Firenze. Una delle città più amate al mondo viveva le sue ore più terribili, devastata da acqua e fango. 34 vittime e tredicimila famiglie senza tetto. A cinquant’anni da una tragedia che ha avuto un così forte impatto nell’immaginario italiano, l’Arno continua a scorrere segnando il territorio, la vita quotidiana, le usanze, i ritmi e il carattere di una regione. Da qui, dalla volontà di raccontare volti, luoghi, geografie e storie lungo il corso di un fiume simbolo dell’identità italiana, nasce il progetto “A come Arno”. Una piattaforma multimediale e un libro che raccolgono il percorso di documentazione realizzato lungo le sponde del fiume dai fotografi Paolo Cagnacci e Matteo Cesari, intrecciandolo con il materiale iconografico d’epoca e con altri contributi visivi, per aprire una riflessione sulla memoria, sul futuro e sulla conservazione e riprogettazione del paesaggio.
Attraverso i villaggi di Andrea Abati è un progetto e un libro, con introduzione di Luigi Ghirri, del 1986, dove il percorso dalla sorgente alla foce del fiume si fa avventura del pensiero e dello sguardo e traccia una inedita cartografia dei territori che l’Arno attraversa nella sua via dal Casentino al mare. Con uno sguardo sincero e pulito, le fotografie di Abati raccontano di aree di scarto e di avanzi della modernità come di spazi intatti e resti di antiche grandezze: il fiume attraversa montagna, campagna, passa attraverso i villaggi, le città. Indifferentemente. Trasporta via le scorie, inonda, travolge. La fotografia racconta non solo un luogo ma anche la sua storia, in un percorso che è spazio-tempo, stratificazione, archivio, montaggio. Per la realizzazione del progetto, Abati ha percorso, in due anni, le sponde dell’Arno in diverse tappe, spinto da una forte fascinazione personale per il fiume e dalla forte motivazione di mostrare la necessità di “migliorare” la qualità delle acque e del fiume. Allora molte città, compresa la stessa Firenze, non disponevano, per esempio, neanche di un depuratore per le acque reflue. Quello che fanno le immagini di Abati, registrando senza alcun pregiudizio la storia delle sedimentazioni di quel territorio, è obbligarci a guardarci intorno e rintracciare nelle intermittenze di questo nuovo paesaggio il segno delle trasformazioni ambientali e territoriali che abbiamo provocato e prenderne consapevolmente atto.
Un fiume, tre autori, due approcci alla fotografia, due volumi. Vogliamo capire cosa, in questi vent’anni, è cambiato nei luoghi che l’Arno percorre e nell’immaginario collettivo di quel territorio e della sua storia ma anche nella fotografia e nel suo modo di interrogare il paesaggio.
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Paolo Cagnacci (1971) si diploma in fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni nel 2006, dove insegna fotografia di ritratto e tecniche di illuminazione. Ha realizzato progetti fotografici per Regione Toscana, Festival della Creatività, Festival dei Popoli, Osservatorio dei Balcani, Fondazione Michelucci, Tempo Reale. Unicoop Firenze. Ha pubblicato le proprie immagini su riviste quali: Specchio, Left, Donna Moderna, Famiglia Cristiana, Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Sette, SportWeek, L’Espresso. Nel 2008 ha lavorato per l’agenzia Massimo Sestini. Dal Giugno 2013 il suo lavoro è distribuito dalla Luz Photo Agency.
Matteo Cesari (1979) si laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Pisa e si diploma in fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Le sue fotografie sono state esposte al L.u.c.c.a , museo di Arte contemporanea di Lucca, presso L’Ambasciata Italiana in Lussemburgo e in festival di fotografia sociale a Piombino (Li) e a Perugia.
DER*LAB è uno studio di consulenza specializzato nel campo della fotografia documentaria, nato nel 2013, con base a Roma. Un team multidisciplinare che offre strumenti di ricerca e sviluppo a supporto della progettazione e della produzione fotografica. Dal concept fino alla realizzazione e alla promozione, DER*LAB accende o accoglie le idee e le fa crescere, sviluppando progetti per singoli, conto terzi e su committenza di istituzioni pubbliche o private.
Andrea Abati (1952) si occupa di fotografia dalla fine degli anni Settanta. Punto di partenza del suo lavoro sono l’analisi delle trasformazioni del paesaggio architettonico industriale, l’osservazione simbolica della natura antropizzata, l’attenzione all’avvicendarsi delle genti e al mutamento del tessuto sociale nella città. Per lui, talvolta diviene prioritario abbandonare il concetto di opera e pensare ad innescare pratiche artistiche nella sfera pubblica. Dal 2000 lavora anche in gruppo, con varie collaborazioni. Dal 2006 usa il romanzo-fotografico in vari contesti artistici, ma sempre in lavori di gruppo. Dal 2008 si occupa anche di video. Recentemente accompagna la scrittura romanzata ai suoi lavori. Ha esposto in Italia, Europa, USA.